Schede Madri Asus: che fine ha fatto il firewire Texas Instruments?

Schede Madri Asus: che fine ha fatto il firewire Texas Instruments?

2 Ottobre 2009 Off Di admin

Asus P6TNei giorni scorsi mi è stato chiesto di assemblare una DAW con un target di operatività elevato. Ho cominciato la ricerca, come mio solito, partendo dalla scheda madre, una volta individuata una CPU performante e, di conseguenza, un chipset che la supportasse garantendo, al contempo, stabilità.

Ho spesso guardato ai prodotti Asus con un occhio di riguardo: sicuramente la realizzazione costruttiva delle piastre, l’ottima allocazione delle componenti, la stabilità e, non di recente, anche un’attenzione al risparmio energetico hanno sempre ribadito le notevoli capacità della casa di costruzione taiwanese. Forse un po’ care, le schede madri Asus, ma di certo un acquisto di cui non pentirsi.

Ho quindi iniziato a sfogliare il catalogo a disposizione nel sito web www.asus.com filtrando le schede per chipset e, contemporaneamente, dando un occhio ai prezzi su alcuni siti e-commerce.

Prezzi a parte, la cosa che mi ha meravigliato è stato rilevare l’assenza – su tutte le piastre madri dedicate al segmento workstation – del famigerato chipset Texas Instruments per la gestione delle porte firewire (ve ne sono due in dotazione).

Come potrete notare da soli, effettuando ad esempio un confronto di cinque schede con socket Intel 1366 (dedicato ad accogliere Intel Core™ i7) e chipset Intel X58, i prodotti Asus adottano, relativamente alle porte firewire, un chipset VIA® VT6315N

P6T

P6T SE

P6T WS Professional

P6TD Deluxe

Rampage II Extreme

 

Ma lo stesso accade per le schede con chipset Intel P55 e socket 1156: queste montano un chipset firewire VIA® 6308P.

Eccone altre cinque a confronto:

Maximus III Formula

P7P55D

P7P55D LE

P7P55D PRO

SABERTOOTH 55i

 

Non fa eccezione il socket AM3 con accoppiata AMD 790FX/SB750 (secondo me una delle migliori accoppiate chipset/southbridge in termini di rapporto prezzo/prestazioni). Prendiamo la scheda M4A79 Deluxe, il chipset che gestisce il firewire è sempre VIA® VT6315N.

Insomma un cambio di rotta, quello di Asus, che potrebbe impattare negativamente sull’esperienza degli utilizzatori di schede audio con interfacce firewire. Non è affatto insolita l’incompatibilità tra alcune interfacce audio e chipset Firewire diversi dall’architettura progettata da Texas Instruments.

Qualcuno osserverà: basta acquistare un controller PCI-E Firewire con chipset TI e disabilitare quello VIA on-board. E’ sicuramente un ragionamento che non fa una piega.

Ma acquistando una scheda madre con una spesa della portata di circa € 200/250 si spera di avere tutto il necessario per stare tranquilli, e magari anche di più.

Al momento ho realizzato che le schede proposte dal concorrente Gigabyte montano ancora il chipset Texas Instruments per gestire il firewire, quindi nessun problema. Gigabyte ha sempre rappresentato una valida alternativa ad Asus.

In definitiva, la questione firewire non smette di assillarci (per approfondimenti leggete un altro mio articolo dedicato alla spinosa questione).

E intanto alcuni produttori di schede madri hanno sviluppato driver stabili e performanti anche su USB 2.0 (vedi RME Fireface UC). Speriamo che, con l’avvento del nuovo standard USB 3.0 (4,8Gbit/sec, 10 volte più veloce di USB 2.0 e firewire 400), si riesca a fornire ai costruttori un’interfaccia valida, professionale e sempre affidabile per garantire la continuità degli esosi flussi audio.